Giorno della memoria: "Con Dante e Primo Levi. Ritorno ad Auschwitz" di Antonello Vanni
In che modo Primo Levi usò le parole di Dante per descrivere l'inferno di Auschwitz? E per dire cosa, e dove nell´opera, Levi prese in prestito la voce di un uomo vissuto secoli prima, che come lui aveva attraversato il male? Lo ha spiegato Antonello Vanni nel suo volumetto per le scuole superiori con il patrocinio di Comune di Luino - Assessorato alla Cultura ed Istruzione.
Senza la solida preparazione acquisita durante gli studi superiori, senza aver coltivato con vera passione lo studio della letteratura, Primo Levi non avrebbe scritto Se questo è un uomo, non ci avrebbe lasciato quel capolavoro unico nel suo essere testimonianza di quanto è accaduto all´umanità nel secolo scorso. O meglio: non avrebbe trovato il modo e le parole per poterci raccontare pienamente quanto successe allora tra gli uomini, nel desiderio di evitarne la ripetizione, non avrebbe potuto lasciarci un messaggio che può evitare al nostro futuro di cadere ancora nello stesso “naufragio spirituale”. Invece Levi lo fece e raccontò, perché ebbe la capacità di “dirlo”. Ma in che modo Primo Levi usò le parole di Dante? E per dire cosa, e dove nell´opera, Levi prese in prestito la voce di un uomo vissuto secoli prima, che come lui aveva attraversato l´inferno? Lo ha spiegato Antonello Vanni nel suo volumetto per le scuole superiori con il patrocinio di Comune di Luino - Assessorato alla Cultura ed Istruzione.